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Ripartiamo dal bello

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Abbiamo bisogno di Bellezza ora più che mai.

Il bello ci dona benessere, positività, voglia di futuro, sogni di piacevolezze.

E possiamo regalarci Bellezza anche da casa, decidendo di indossare un’Opera d’arte, un pezzo unico fatto interamente a mano dal Maestro Fernando Betto.

Ora disponibili nella bottega virtuale le sue ultime creazioni.

Intersezioni
Intersezioni
Intersezioni Pezzo unico realizzato a mano dal Maestro Fernando Betto
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Pronti per l’apertura di Caorle con la Collezione Estate 2020

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Il Maestro Fernando Betto da giugno al 30 settembre 2020 torna a Caorle, in Campiello delle Grazie 1, con la nuova Collezione. Creazioni evocative del mare e dei monumenti storici di Caorle.

Questa è la terza stagione che Fernando Betto propone le sue opere nella stupenda località balneare.

“Tornare a Caorle mi fornisce sempre nuove ispirazioni. Il mare, la luce, gli odori dell’estate  si trasformano in idee e spunti creativi. Nel 2019 il periodo trascorso a Caorle mi ha regalato nuovi contenuti, poi materializzati in creazioni esposte ad ArtePadova, caratterizzate in particolare da sperimentazioni con resine e pietre grezze nei colori del mare.”

 

Oficinad’arte esce da Padova e torna al Mercatino dei Granai, Venezia

Oficinad’arte esce da Padova e torna al Mercatino dei Granai, Belmond Hotel Cipriani, Giudecca.

Esperienza affascinante, quella di contornare i gioielli contemporanei di una cornice tanto suggestiva come gli antichi granai della Repubblica.

La vastità delle sale, l’opulenza dei cristalli abbracciano il design essenziale, con braccia di luce antica, nel grembo galleggiante di Venezia.

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Il contrasto è la storia di fronte alla ricerca, attraverso la quale usciamo dal passato conosciuto, cercando di tracciare strade nuove.

Il Mercatino per Oficinad’arte è un’occasione per stringere le mani, per stringerne molte. L’affluenza è copiosa, è curiosa.

Io porto la mia arte, ognuno porta la propria, che è vecchia, vintage, nuova, innovativa. È arte.

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E l’arte, come ogni manifestazione concettuale, come ogni cosa che non possa essere spiegata accademicamente, deve essere compresa.

Stiamo diventando poveri, dicono, l’arte è un lusso che pochi possono permettersi. L’impressione è quella che la gente cerchi approssimate imitazioni o improvvisazioni di un pensiero.

Che ha un valore intellettuale, prima che monetario.

Che costa a chi lo pensa, prima che a chi desideri venirne in possesso.

Che costa minuti che diventano ore, alla ricerca di un’intuizione buona, o della materia per darle una forma.

Che costa la fatica delle mani, che costruiscono l’anima di un oggetto e poi la rivestono di un corpo figurato.

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Artigianale.

Detto di oggetto che si riferisce all’artigiano o all’artigianato.
Un’attività lavorativa in cui gli oggetti utili o decorativi sono fatti completamente a mano.

Come la torta della nonna. La nonna curava con attenzione la scelta di ogni ingrediente, perché la torta era per i nipoti.

Oggi la torta della nonna si trova ad un prezzo medio di circa 6,00 Euro, per una fetta. Ipotizzando che la torta della nonna sia fatta di 12 fette, otteniamo un prezzo di 72,00 Euro per ogni torta della nonna.
Dovessimo dirlo alla nonna, certamente ne rimarrebbe incredula.

Eppure ha un grande valore la fatica della nonna nel ricercare il meglio ed infonderlo nel suo pensiero dolce, lavorarlo con le mani, ed amarlo fino a farlo diventare forma nella forma.

Ed offrirlo.
Non sprecarlo.

La torta della nonna oggi è sostituita dalla merendina, che costa molto meno perché la sua preparazione è più veloce e gli ingredienti non sono di prima qualità. Non è artigianale.

Dunque perché ci aspettiamo che l’oggetto e tutto ciò che è realizzato attraverso il lavoro della creatività e delle mani dell’artigiano abbia il prezzo del suo corrispettivo industriale?

È forse la macchina che taglia l’acciaio preziosa quanto la cura della forbice che, guidata dalle dita e da una visione, attraversa la materia con passi lenti e attenti?

Il cuore dell’artigiano orafo si scalda ancora al calore del cannello, si scioglie nell’argento il suo progetto.

Cosa accade se non sappiamo più attribuire l’oggettiva importanza – ed il conseguente valore – a ciò che ci circonda, oggetti, circostanze, momenti che possiamo definire interpretativi?

Sono forse la nascita o la morte uguali alla vita?
Oggi vengo alla luce.
Domani sono come tutti.
È oggi la mia differenza, la mia opportunità di distinguermi.
Non lascio alcun segno, se non l’idea che avevo di questo viaggio, e dei viaggiatori, ai quali ho dato forma di anelli, orecchini, collane, e ognuna era un momento, e ognuna era qualcuno.

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Per tutte le informazioni sui gioielli contemporanei interamente realizzati a mano in Oficinad’arte visitate il sito www.oficinadarte.it

I capelli diventano un gioiello: la collana Riccioli

I capelli sono una parte importante del corpo, sono essi stessi un adorno, un gioiello, una collana posta sulla sommità del capo, anziché sotto, nella sua collocazione tradizionale.
Sono un gioiello primordiale. Un gioiello autoctono.

Di una donna raccontano del suo giorno, di come si è svegliata, se ha dormito bene, se li ha raccolti in fretta o spazzolati con cura, se è incurante di sé, o attenta, distratta, stanca. E perché no: seducente.
Se li tocca nervosamente, come volesse fermare lo scorrere delle preoccupazioni, o li accarezza con metodo, come per sistemarsi le idee.
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Pensando a come cadono i capelli, ai piccoli torrenti di seta che scendono sulle spalle, ai fili che il sole illumina e il vento solleva, ho desiderato trasformare il gioiello naturale in un gioiello vero, fermandone il movimento in una visione personale che ne conservasse la vita e lo splendore.

Sono passate centinaia di donne in Oficinad’arte. Le ho viste entrare, le ho viste sorridenti, riservate, spensierate, ansiose, le ho viste con il fidanzato o con il marito, o sole con sé stesse a darsi forza, a cercarla, a scegliere un regalo per sé.
E c’era un’amica consigliera oppure il consiglio arrivava da dentro, o da una storia lasciata fuori dalla porta.
E poi le ho viste uscire, e tornare. Le ho guardate, abbracciate, ringraziate.
Soprattutto le ho studiate.

E ognuna mi ha lasciato una piccola traccia di sé che torna a mostrarsi in uno dei miei gioielli. Per ciascuna ho cercato di creare un talismano, per augurarle buona vita.
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I capelli ricci sono voluttuosi, morbidi, rotondi. Ho cercato di disegnare i riccioli ricreando il giro dell’onda e quel desiderio di immergerci le dita.
Riflessi rosati e luminose trasparenze. Li ho immaginati ordinati, pettinati, riccioli domati da una mano paziente, che li ha amati raccogliendoli in un grappolo perfetto, come quelli che si vedono nei dipinti, sulle spalle candide della bellezza in fiore.
Riccioli di bambina, riccioli adolescenti, riccioli maturi come spighe quando la donna è nella sua estate, e nelle sue giornate lunghe e piene di chiarore.
Riccioli argentei, e consapevoli che il tempo non cancella l’argenteo fascino.
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La collana Riccioli è l’ultima creazione della collezione 2016.
Ma ho già nel cuore altro. Capelli lisci, o corti, e poi occhi come diademi, braccia preziose come pendenti, e poi chissà.

Fernando

Come nasce il bracciale Gravitazione, un gioiello del laboratorio di Oficinad’arte, Padova.

La sera in cui nacque il bracciale Gravitazione andò così.

Arrivò l’ispirazione.
Un momento caduco. Come si studiava delle foglie, destinate a cadere.
L’ispirazione è un momento che va afferrato prima che cada. L’attimo nel quale potrebbe staccarsi è sconosciuto, l’idea è ora e forse mai più.
Ogni cosa è frutto di un’ispirazione, consapevole o non consapevole.
Il progetto nasce da un’illuminazione subitanea, che si accende nel suo buio mostrandosi. La chiarezza arriva dopo, con la lentezza che è tipica del passaggio delle emozioni analitiche.

Immagino dio e un suo giorno di divina creatività o noia, e improvvisamente quel pensiero sull’uomo, e immediatamente un primo disegno, un corpo vuoto, e poi un lento divenire fino a noi, pieni di tutto, paure nuove o ereditate, stupide presunzioni, piccole verità, desideri accecanti, promettenti conoscenze, lucidi sogni, pallide illusioni.

Stavo seduto una sera a guardare un cielo diverso, sotto il quale mi aveva portato una persona a me cara, pensando che non era vero quello che avevo pensato fino ad allora, che i cieli sono tutti uguali, alcuni hanno più luci, alcuni meno, e quando sono poche si aggrappano l’una all’altra.
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foto: Wikipedia

Non ho mai studiato molto oltre al necessario, e tutto ciò che sta là sopra non ha nome, resta fermo nel suo eterno, anche se sento che vive una vita propria e mentre qualcuno pensa solo alla sua, qualcun altro va a vedere com’è, cos’è, e dove va. Mi ha sempre affascinato come la curiosità conduca lungo i suoi chilometri, piani, o profondi, o da scalare.
Chilometri di passi o di voli, fino a un chissà dove misterioso.

Fasci di luci. Avvolgenti, avvolti attorno a quel nero profondo. Vedevo linee, orbite luminose come collane d’oro. Corpi scuri senza forma adornarsi di stelle o pianeti o frammenti di materia tanto leggera da restare in alto.
Nel cielo un’opera d’arte compiersi, le mani dell’artista nascoste. Polveri preziose. Grammi di cosmo. Costellazioni di gioielli.
L’arte planetaria del supremo artigiano.
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foto: Wikipedia

Gravitazione è la proprietà dei corpi di attirarsi reciprocamente con una forza direttamente proporzionale alle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato delle loro distanze.

Gravitazione per me è tutto ciò che rimane attaccato. La mano di un figlio stretta a quella del padre.

La mia Gravitazione è un bracciale nato una sera con gli occhi sotto le stelle, pensando che c’è amore infinito in tutte le cose che si cercano, attratte, come dice la legge, da una forza che le avvicina.
Che le rende inseparabili.

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=983111381726327&id=201926226511517
http://www.oficinadarte.it/prodotto/satelliti2/
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Il mio credo è un po’ diverso da quello della legge. Amo pensare che l’attrazione non sia inversamente proporzionale alla distanza.
I piedi nelle scarpe, il polso nel bracciale, l’abbraccio protettivo di un pensiero e di un ombrello.

Cammina in quella sua lontana parte di mondo chilometri dentro me.

Fernando

Arte e formazione orafa a Padova. Storia e fama di Benvenuto Cellini.

Le botteghe di un tempo sono state le prime scuole di formazione orafa. Ho ancora l’abitudine di sfogliare vecchi libri. Mi piace indagare figure di artisti a me familiari secondo un misterioso criterio di ricerca.
Dovendolo spiegare parrebbe voler trovare uomini che siano scesi a pochi o nessun compromesso.
Capaci di esprimere un animo poliedrico nell’arte e nella quotidianità, di procurarsi complicazioni di ogni natura nelle quali districarsi con disinvoltura forse solo apparente.

Benvenuto Cellini fu scultore, orafo, scrittore, argentiere. Il padre era suonatore e costruttore di strumenti musicali ed anche Benvenuto era portato per le note.
Era giovanissimo quando venne messo a lavoro in una bottega gestita dal padre dello scultore Baccio Bandinelli, aveva solo quattordici anni.
Le oreficerie che videro crescere l’embrione multiforme della sua creatività – insieme alla sua intolleranza a qualsiasi sorta di regola – furono molteplici.
A quindici anni passò alla bottega dell’orafo Marconi, poi fu la volta dell’orefice Ulivieri Della Chiostra, e quando giunse a Roma nella bottega di Giovanni de’ Georgis non aveva ancora vent’anni.

Le scuole di formazione, orafa ma non solo, vantano una lunga tradizione, e questo mi fa sorridere e sentire, per un qualche verso, orgoglioso come un sostenitore attivista di una causa forte.
La mia è l’arte. La mia bandiera le mani.

All’età di sedici anni Benvenuto Cellini venne bandito da Firenze per aver partecipato ad una rissa insieme al fratello.
Circostanze come questa si verificarono ripetutamente. Benvenuto fu accusato di furto di beni papali, ed imprigionato. Si macchiò anche d’omicidio, più d’uno.
Ebbe problemi con la giustizia sempre.

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Era un uomo collerico, arrogante, violento.
Fu equivoco ma grande. Grandissimo.
Maestro della zecca pontificia. Eseguì splendidi oggetti d’oreficeria per cardinali e papi, monete e medaglie.
Scultore eccellente di marmi e bronzi, fino al suo capolavoro, il bronzo del Perseo di Piazza della Signoria a Firenze.
Narratore appassionato, pungente. Arrivò audacemente sopra le righe, nei fogli come nei suoi giorni.

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Ma non fu potente. Non era un intellettuale da salotto. Non riuscì o non volle accaparrarsi spalle garantiste.

Affrontò coscientemente la sua scelta di  vita borderline, piegandosi infine alle leggi che mai aveva rispettato.
Come ultima delle sue trasgressioni, quasi rinnegandole, si sposò.

Lasciò magnifiche testimonianze, della sua epoca e di ogni sé: talento, teorie, estro, pulsioni.

Fernando

Per chi desidera conoscere la tradizione orafa italiana fino alla sperimentazione contemporanea, facendone proprie le tecniche e dando voce alla propria creatività, Oficinad’arte propone corsi di formazione orafa.

Per ulteriori informazioni:

http://www.oficinadarte.it/corsi/programma-corso-base-50-ore/

http://www.oficinadarte.it/corsi/programma-corso-avanzato-50-ore/

foto credits: Wikipedia

Nasce il blog di Oficinad’arte

Maggio 2016, Padova. Dopo lo showroom, Oficinad’arte apre anche le porte di casa, e accoglie nel suo blog che è un po’ salotto, un po’ galleria per i miei gioielli ma non solo, e un po’ luogo raccolto per osservare, conoscere, meditare.

Fin da bambino ho amato costruire. Prima erano giocattoli, poi gioielli. La scoperta dei materiali e di come potevo trasformarli e far loro assumere forme era una scoperta di me stesso e delle mie potenzialità.

Poi la ricerca si espande, e ciò che si ha dentro non è più sufficiente. Si rende necessario uscire dai propri percorsi per seguirne di nuovi, o tracciare strade ove non esistano.

L’intensità degli stimoli come un vento gonfia le vele. Dopo una lunga navigazione, che dura da più di trent’anni, scelgo in queste pagine, di vita e non di carta, di condividere la mia esperienza professionale ed esistenziale.

Così come accade durante i miei corsi di formazione orafa.

Vorrei che questo possa essere un posto umano e vitale. Non un blog per parlare di illustri eventi d’arte, quanto il raccoglimento di idee ed impulsi, da scambiarsi con la stessa semplicità con la quale ci si stringe la mano.

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Amo incontrare le persone, amo le conversazioni vivificanti e fruttuose, che arricchiscono la conoscenza e l’anima. Non di solo sapere ci nutriamo, ma anche di bellezza, e di momenti per ammirarla ed imparare ad apprezzarla.

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Scegliere di amare la bellezza dell’arte rende liberi, e dolcemente illude di essere eternamente destinati ad esistere, come opere di un artista sconosciuto.

L’immortalità dell’arte, e non il fondamentalismo di un credo, è l’energia che libera dalle catene.

Perché l’arte è sopra, è oltre.

Oltre le differenze, le lingue, le disabilità, le tradizioni.

L’arte è educazione, cultura, eredità. È immaginazione, visione, trasfigurazione.

L’arte è amore.

I miei gioielli sono un atto d’amore.

Fernando Betto

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credits: Wikipedia